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La storia di Cislago

Nei documenti più antichi Cislago è indicato con diversi nomi di origine presumibilmente romana che variano da: Cistellum, Cistellacum, Cistilacum di cui si hanno notizie che giungono sino all’ XI secolo.
Si hanno invece notizie documentate dall’età carolingia. Il Castello di Cislago occupa il primo posto in queste memorie e sembra essere stato costruito da Alcherio, che aveva acquistato il dominio della zona nell’807, e che ne avrebbe fatto dono nell’842, al Monastero di Sant’Ambrogio.
Nell’889 venne assegnato al Vescovo di Tortona, il quale dopo una vertenza con i conti di Stazzona che si erano impadroniti di Cislago, recuperatolo per decisione dell’Imperatore Ottone III di Sassonia, lo vendette nel 998, insieme con altri beni, ad Ottone di Franconia, duca di Carinzia e Conte di Verona.
Morto Ottone di Franconia nel 1003, Cislago fu rioccupata dai Conti di Stazzona, che furono poi scacciati da Ariberto di Intimiano, Arcivescovo di Milano, intorno al 1014.
Cislago passò poi, alla famiglia Della Torre che lo vendette ad Uberto Visconti.
Alla morte di Carlo II, nel 1700, Cesare Visconti, patrizio milanese, risultava essere marchese di Cislago, per investitura del 1621 e nel 1716 il feudo sarebbe passato al conte Carlo Francesco Castelbarco (insieme a Gallarate, Quinzano, Somma ed ai condomini di Crenna e di Agnadello).
Di notevole interesse storico ed artistico, risultano essere le chiese di : Santa Maria in Scià e la chiesa Parrocchiale di S. Maria Assunta.
La chiesa di S. Maria in Scià è molto antica, risalente ancor prima del 1500, come dimostrano gli affreschi. Sull’altar Maggiore la Venerata Madonna dovrebbe essere del 1400, affresco su blocco di muro posto su pregevole altare a basso rilievi in legno dorato.
La chiesa è affidata alla Schola o Confraternita di S. Maria in Scià.
La costruzione della chiesa Parrocchiale di S. Maria Assunta, risale al 1600, ma da alcune opere artistiche presenti nella stessa parrebbe databile al 1500 in quanto il campanile riporta la data del 1492.
L’altare dei Santi Rocco e Sebastiano, come appare dalla concessione dell’Arcivescovo di Milano dell’anno 1486, fu costruito dalla devozione del popolo per la liberazione da morbo epidemico.
E’ probabile sia stato demolito nella prima metà del 1600 quando con la costruzione dell’Altare della Cappellania dei Morti, si venivano a creare gli spazi architettonici.
Il campanile quadrato alto come torre, con due campane e orologio è situato fuori della chiesa dalla parte meridionale.
Nel 1762 furono ultimati i lavori di separazione e di deviazione dagli abitati, dei corsi dei tre torrenti Fontanile di Tradate, Gradaluso di Locate e Bozzente di Cislago, dando così ai torrenti la sistemazione razionale e definitiva.
Uno dei problemi più ardui e complessi fin dal 1590, era liberare una delle più fertili provincie del Ducato di Milano dalle furiose inondazioni di questi tre torrenti.
Nel 1603 infatti, in seguito ad una paurosa piena che portò distruzione fino ad Origgio, la Casa Borromeo proprietaria delle terre di quel paese, si rese disponibile alla:
- costruzione di una grande chiusa che sbarrava il vecchio corso del Bozzente al di sotto di Mozzate-San Martino;
- derivazione da questa, di un nuovo corso detto Cavo Borromeo.

Ma nell’anno 1718, la chiusa già deteriorata e pericolante, si rovescia completamente ed il Bozzente irrompe con violenza nel suo vecchio corso, portando gravissimi danni alle terre di Cislago, Gerenzano e Uboldo.
Tra l’anno 1744 e 1756 si verificano due rovinose piene, facendo sì che i tre torrenti si uniscano nel corso del Bozzente.
Si giunse, così, alla grande piena del 1756 che portò quasi all’eccidio delle comunità di Cislago, Gerenzano, Uboldo, Origgio e Rho.
A questo punto un’apposita Commissione, nominata nel 1758 elaborò un progetto che consisteva nella separazione dei tre torrenti con tre corsi ben distinti da eseguirsi in linea retta fino al termine delle zone abitate e la dispersione delle loro acque in tre zone distanti e senza pendenze fra di loro.
Il Piano fu così definitivamente completato nel 1762.